Diario dal Campo

I nuovi campi spuntano. Tenuti ben nascosti ma al contempo davanti a tutti.

Il silenzio assenso, come il più peggiore dei mali, spalanca le porte alla violenza e al permissivismo.

Non vietare per permettere: la nuova strategia, la nuova arma degli assassini.

Fermi a guardare.
Gli aguzzini si preparano a sparare.





il MALE ASSOLUTO


Papa Benedetto XVI denunciato alla Corte dell’Aja per crimini contro l’umanità

Crimini contro l’umanità: questa l’accusa contro Papa Benedetto XVI che due avvocati tedeschi di Marktheidenfeld, in Baviera hanno inoltrato alla Corte penale internazionale dell’Aja.

Sostanzialmente il papa viene accusato del mantenimento e la leadership di un regime mondiale totalitario di coercizione, che sottomette i propri membri attraverso minacce terrificanti e pericolose per la salute, di adesione a un divieto mortale dell’uso di preservativi, anche quando esiste il pericolo di infezione dell’Hiv-Aids e della costituzione e il mantenimento di un sistema mondiale di copertura di crimini sessuali commessi da preti cattolici e il loro trattamento preferenziale, che aiuta sempre a nuovi crimini.

La notizia è stata pubblicata da ATS e ripresa dal Corriere del Ticino ma al momento i media italiani ed europei sembrano ignorarla. Se ne trova notizia unicamente sul sito curiouspresbyterian.wordpress.com.

C'è stato un tempo in cui il bene e il male erano due necessità della Realtà. Gli uomini conoscevano il potere dell'uno e dell'altro e sapevano equilibrarsi tra i due. Poi giunsero i cristiani, violenti, arroganti, ignoranti e accecati dalla fede e dalla sete di potere e con loro giunse il buio della ragione e della conoscenza, e arrivò un concetto nuovo e folle: il male assoluto.

Prima dell'arrivo dei Cristiani, nel mondo, il male assoluto non esisteva. I Cristiani hanno fatto di tutto per insegnarci cosa fosse, perpetuandolo e glorificandolo. Il male esiste e ha sede a Roma e sopratutto...

...veste di rosso.

29-07-2011, AL CAMPO 6 il cielo si è tinto di rosso sangue. Babbo Natale è arrivato in anticipo e i bambini piangono tristi.

il giorno del Giudizio Finale

“La Chiesa risponderà di crimini contro l’umanità”

Nasce a Verona l'associazione italiana delle vittime dei preti pedofili sul modello americano. E a Roma, a fine ottobre, è prevista una manifestazione internazionale contro il vaticano

Le vittime cercano la parola. Uomini e donne abusati dai preti nell’infanzia escono allo scoperto per rivendicare i loro diritti.


Era ora! un primo passo per uscire dal buio medievale che avvolge ancora l'Italia.
La chiesa cattolica (non il cristianesimo che abusivamente vanno professando senza merito alcuno)dovrebbe esser trattata alla stregua dei criminali, dei truffatori come lo sono stati wanna marchi e simili. Com'è possibile che una "guaritrice" da tv finisca in prigione perché vende pomate miracolose mentre il clero si prende l'8x1000 dalle nostre tasse alzando al cielo il sangue di s. Gennaro e invocando al miracolo! è a questo che la nostra civiltà è arrivata? A questa follia priva di ogni senso??Da quando la storia ha memoria, la chiesa cattolica ha venduto miracoli, confessioni e perdoni, in nome di un dio che non ha prova d’esistere. Ha bruciato donne e uomini(pure i gatti che durante l'inquisizione hanno rischiato l'estinzione!!!), handicappati e malati psichici, torturato, e inflitto pene che nemmeno satana in persona avrebbe il coraggio di immaginare.
Se oggi esiste un anti-cristianesimo, quello è il vaticano, che produce ricchezza e sfarzo per sé sulle spalle della povertà del mondo. Prende tutto e dona le briciole per crear una facciata di buona apparenza. La pedofilia non è un caso all’interno di una struttura deviata come quella del clero. Ma la vera colpa è dei cattolici che conoscono e possono conoscere la verità ma fingono di non sapere. Come gli omertosi con la mafia, così i cattolici abbassano gli occhi, guardano altrove e col silenzio assenso danno il loro consenso al male perpetuato dal vaticano. Per cambiare il mondo bisogna aver coraggio di staccarsi dal cattolicesimo, di emarginarlo. Chi si sente Cristiano e vuole professare il Cristianesimo lo faccia sul serio e per conto suo, in quanto se ben ricordo Cristo ha sempre negato l’esistenza di una “Casa/Chiesa” del Signore e ancor di più ha negato il ruolo dei sacerdoti portatori della parola di dio: Templi e Sacerdoti sono i nemici del cristianesimo da sempre.
Il nostro paese oggi ha due cancri: la mafia e il vaticano, entrambe vanno a braccetto con la nostra politica corrotta, da destra a sinistra.

"Ho fatto crollare i loro templi, o rinnegato le loro vesti da sacerdoti, vi ho
spiegato che dopo la mia ascesa nessun miracolo sarebbe più avvenuto se non per opera del demonio. Ma voi correte
ancora dai vostri aguzzini a leccar loro la mano mentre vi pestano col bastone. Vi ho insegnato il rispetto e il libero pensiero e voi l'avete cinto con una corona di spine. Non siete degni di me, nè di invocare il mio nome"





27 settembre 2010, al Campo 6 si è accesa una luce di speranza..




La nuova carità Cristiana: date a me tutto quello che è di Dio.









Ecco nel dettaglio tutta la lista della spesa per la visita del Papa a Palermo il prossimo 3 ottobre:




Impianti di amplificazione 300.000
Palco Foro Italico 200.000
Abbellimento palco Foro Italico 150.000























Impianti luci 150.000



Seimila e cento sedie 60.000
Transenne 200.000
Palco Politeama 50.000






Addobbi floreali 50.000
Copertura birilli Foro Italico 80.000









Noleggio 400 gabinetti chimici 50.000
Palchetti Foro Italico per stampa, coristi e sacrestia del Papa 35.000
Grelle a protezione del prato 20.000
Noleggio 10 maxischermi Politeama e Foro Italico 15.000






Stuoia rossa per sagrato cattedrale 3.000
Pranzo domenicale per 1.500 volontari 15.000













Spesso chi ci rappresenta, chi porta avanti la nostra voce e il nostro pensiero, lo stravolge, capovolgendolo come farebbe uno specchio.
Avevo detto di dare tutto a chi ne ha bisogno, avevo spiegato che dare significa aiutare quando uno non ha niente. Sono deluso, arrabbiato.
Il papa è il papa, rappresenta il suo gregge, fa quello che il gregge vuole sia fatto.
Mi hanno rubato gli occhi, mi hanno rubato il volto, ora uccidono la mia idea di carità.
Questo popolo non è più mio, questo popolo ha dimenticato cosa io rappresento.
Ogni pecora sarà colpevole del male che il gregge sta facendo.

Alle volte resistere vuol dire voler la guerra - riflessioni dal Campo 6

Al Campo 6 si organizza la Sagra del Finocchio di Carrara che ha come slogan "contro l'omofobia con ironia" ecco... ci risiamo...

Subito gli aguzzini bigotti di destra ne hanno approfittato per attirare un po' l'attenzione dei media, scagliandosi contro l'iniziativa e invocando l'intervento del vescovo.
Ovviamente l'idiozia di certe persone non ha limiti e purtroppo in Italia di idioti in cerca di notorietà ne abbiamo molti, troppi, come troppi son i preti e i vescovi per esser in un paese laico.

Tuttavia però vien da chiedersi .. ma perché i gay non son capaci di far una festa "normale", proprio per venir incontro a chi ha paura di noi?
Ci dev'esser sempre e per forza l'ingrediente scandaloso. Non si poteva fare una semplice sagra gay friendly? Magari avrebbe spaventato di meno e incuriosito di più le persone "diffidenti".
Non dico di starsene sempre nei canoni della "normalità" ma di tanto in tanto farebbe bene fare un passo verso coloro che ci disprezzano o ci vedono come qualcosa di anormale. è ora di far vedere che siamo normali..ma se non siamo in grado nemmeno di fare una festa di paese in linea con le altre vuol dire che sotto sotto ci piace esser visti come qualcosa di diverso. Prima ci battiamo per non esser
definiti in modo offensivo, poi facciamo le sagre del finocchio. Vorrei vedere un giorno una(non tutte) festa classica, senza doppi sensi, una sauna normale senza camerini per scopare, una disco per ballare senza dark room o stanze per le proiezioni porno, una
spiaggia libera dai battuage. Forse è ora che i gay si facciano un esame di coscienza. Siamo solo finocchi da film porno e dark room o siamo persone capaci di socializzare senza doverci mettere in mezzo un cazzo per forza. Chi ci ama non ha bisogno di capirci, sono i razzisti che dobbiamo farci amici sono a loro che dobbiamo saperci mostrare per quel che siamo: persone normali. Ma finché non faremo un passo nella loro direzione, finché non accetteremo il compromesso, allora sarà sempre una guerra e dove c'è guerra ci son sempre sconfitti, due sconfitti.

Il vento non lo vedi ma c'è; l'inutile lavoro della censura medievale


BROKEBACK MOUNTAIN: IL BACIO CENSURATO DI NUOVO DALLA RAI

(fonte gay.it)In onda ieri sera su Rai Movie, il canale satellitare di viale Mazzini, il capolavoro Leone d'Oro e Premio Oscar ha subito l'ennesima censura. Ancora una volta non si sono visti i baci gay.

Ci risiamo. Brokeback Mountain va di nuovo in tv, questa volta sul satellitare Rai Movie, e ancora una volta Mamma Rai manda in onda la versione censurata.
La pellicola, considerata un cult non solo dalla comunità lgbt internazionale, Leone D'Oro a Venezia e Premio Oscar, è andata in onda ieri sera alle 21. Senza baci gay.
Quando la stessa cosa successe, in seconda serata, su Rai Due il 9 dicembre del 2008, le polemiche costrinsero la rete a chiedere scusa, motivando la cosa con l'arrivo di una presunta copia la cui censura non era stata notata da chi l'aveva mandata in onda. Rai Due trasmise nuovamente il film, sempre in seconda serata, il 16 marzo del 2009 dopo non poche promesse e altrettanti rinvii.
Ritrasmettere, oggi, la versione censurata risultaancora più incomprensibile di quanto non lo fosse già due anni fa. La Rai ha sperimentato a sue spese che la cosa non passa inosservata e una scelta bigotta di questo tipo le si ritorce contro nel giro di un velocissimo tam-tam in Rete. Allora perché? Perché ripetere una mossa che si è già dimostrata fallimentare nel 2008? E soprattutto, chi in Viale Mazzini si scandalizza ancora oggi per un bacio gay, per di più premiato con Oscar e Leone d'Oro?

RISPOSTA DAL CAMPO 6:
..Forse perché non è il solito bacio fra checche, forse perché è un bacio passionale, che emoziona, tra due uomini dall'aspetto maschile che non vanno in giro a vestirsi da pagliacci per far odiens. Forse perché i personaggi di questo film non rispecchiano l'etichetta omosessuale che la tv vuol far passare: checche, sfrante, travestiti e drag queen (senza voler offendere travestiti e drag ma solo per esser chiari e schietti) perché in TV di omosessuali dal comportamento etero proprio non se ne vedono; forse perché l'idea che un uomo possa essere maschile e amare un altro uomo è reputata ancora pericolosa per gli omofobi, PERICOLOSA E CONTAGIOSA!





Martedì 7 Settembre 2010,
dal Campo 6 un augurio di libera espressione a tutti.

altro filo spinato è stato innalzato attorno a noi...


2 pesi 2 misure





















Mentre il mondo intero si unisce compatto per bloccare l’ingiusta condanna a morte per lapidazione di Sakineh Mohammadi Ashtiani, passa sotto silenzio il caso di Ebrahim Hamidi, giovane diciottenne colpevole di essere gay e per questo motivo condannato a morte per impiccagione.
Due storie di diritti negati in uno stato, l’Iran, che non concede libertà di nessun genere.

Dal sito di Amnesty International si viene a conoscenza della storia di Ebrahim Hamidi, condannato a morte per una presunta aggressione sessuale avvenuta due anni fa nei confronti di un uomo.
Il ragazzo, che all’epoca era minorenne, fu coinvolto in una rissa alla periferia di Tabriz, nella provincia dell’Azerbaijan orientale. Arrestato con tre suoi amici e accusato di aggressione sessuale nei confronti dell’uomo con cui avevano litigato violentemente, fu costretto a confessare dopo 3 giorni di tortura carceraria.
Ai suoi tre amici venne promessa la scarcerazione se avessero giurato il falso, ovvero se avessero incolpato Ebrahim Hamidi come unico artefice dell’accaduto.
Vennero assolti e solo Ebrahim rimase in carcere e condannato a morte per lavat, ovvero “sodomia”.

Il 7 luglio 2010 la presunta vittima della violenza sessuale ha confesso di aver mentito su pressione della famiglia, il tutto registrato dalla polizia.
Questo ha fatto si che la Corte Suprema si interessasse al caso respingendo la sentenza di condanna e ordinandone il riesame, ma la Corte Provinciale dell’Azerbaijan orientale sta cerando di velocizzare i tempi per condurre il ragazzo all’impiccagione.

Tutt’ora Ebrahim Hamidi è senza difesa legale. L’avvocato che ne seguiva il caso, Mohammad Mostafaei, è stato costretto a espatriare per le troppe minacce ricevute, a causa del suo lavoro di difesa anche nel caso di Sakineh Mohammadi Ashtiani.Ha cercato però di catalizzare l’attenzione sul ragazzo trovando risposta nell’opinione pubblica francese e, in particolare, nella figura del Ministro degli Esteri, il quale ha dichiarato:
Condanniamo questa decisione che rivolta le coscienze e giustifica la mobilitazione internazionale contro le gravi violazioni dei diritti umani fondati sugli orientamenti sessuali in Iran e in tutti i Paesi dove sono ancora praticate.

In Italia ha preso parola l’ex presidente dell’ArciGay e leader storico della comunità gay, Aurelio Mancuso, che reclama un intervento della Farnesina e rivolgendosi all’onorevole Frattini dichiara:
Sono certo che il nostro governo saprà far sentire la voce del nostro paese in difesa della vita, dei diritti umani.

È possibile firmare l’appello sul sito di Amnesty International.

(lunedì 6 settembre 2010,
torna il buio qui al campo 6)


ora di storia

IL NAZISMO
E LA PERSECUZIONE DEGLI OMOSESSUALI

Gli omosessuali, troppo a lungo e ancora oggi troppo spesso dimenticati, sono stati il terzo gruppo, dopo ebrei e zingari, ad essere perseguitati, internati e uccisi nei campi di sterminio. Con l’intento di purificare la società tedesca e propagare l’ideale di razza Ariana, i nazisti condannarono gli omosessuali come “socialmente aberranti”. Subito dopo essere stato eletto, il 30 gennaio 1933, Hitler mise fuori legge tutte le associazioni gay e lesbiche. Le truppe di Camicie Brune (SS) razziarono in brevissimo tempo tutti i luoghi di incontro e di socializzazione degli omosessuali.

"Furono 100mila gli omosessuali arrestati dai nazisti tra il 1933 e il 1945. Tra questi, 15mila vennero internati nei campi di concentramento. Dai documenti ufficiali del regime e' risultato che solo 4mila furono i sopravvissuti". I dati sono forniti dall'Arcigay che, ogni anno partecipa attivamente in molte città italiane, come parte in causa, alle celebrazioni della 'Giornata della memoria' iniziate nell'anno 2000.

"La persecuzione dei 'triangoli rosa' sta lentamente uscendo dall'invisibilita', grazie all'impegno della comunita' omosessuale -afferma il presidente dell'associazione Sergio Lo Giudice- Purtroppo sono ancora tante le resistenze e gli ostacoli ad un ricordo pieno e senza imbarazzi di quello sterminio".

Sono ancora molti, secondo Lo Giudice, quelli che "preferiscono ignorare quei morti, imbarazzati dal razzismo delle loro stesse posizioni odierne sull'omosessualita'".

I testi raccolti in questo dossier sono solo rappresentativi della vasta e interessante letteratura che è oggi disponibile sull'argomento, soprattutto su internet (Rimandiamo, per coloro che vogliono approfondire l'argomento, alla vasta raccolta di documenti e indirizzi web che si trovano sul sito dello storico Giovanni Dall'Orto)

* * *

TRIANGOLI ROSA
Di Roberto Mauri

A febbraio ricorre da qualche anno la “Giornata della Memoria”, per ricordare le vittime dei lager nazisti. Una persecuzione che ha colpito anche decine di migliaia di persone omosessuali.

Il triangolo rosa: un simbolo comune nel mondo gay, da quando è stato adottato dalmovimento di liberazione gay. Quel triangolo, appiccicato sulla vetrina di un negozio del centro, oggi ci attrae, ci dice che lì non saremo discriminati, che quello è in sostanza un luogo gay. Ma quando il triangolo rosa nacque, non fu per indicare protezione e appartenenza...
Un triangolo rosa cucito sulla giacca, in un campo di concentramento nazista, significava che chi lo portava era un perverso, un rifiuto sociale buono solo per la fatica ed alla fine per la morte.
Dal 1933 insieme agli ebrei, agli zingari, ai testimoni di Geova, e ai comunisti, anche i gay conobbero la deportazione e la vita nei campi di concentramento; anche i gay furono considerati “nemici del Reich e della razza”; anche i gay furono sterminati e cremati. E fu proprio dentro ai campi di concentramento che Hitler e i suoi uomini decisero di distinguere i gay dagli altri deportati attraverso un triangolo rosa.

Al contrario di quanto pensano alcuni, la deportazione degli omosessuali non fu un fatto al quale i nazisti offrirono scarsa attenzione: è dimostrato che le autorità tedesche trattarono la questione molte volte. Nel 1934, per esempio, la Gestapo (la polizia politica nazista) richiese a tutti i dipartimenti di polizia di compilare un elenco di persone notoriamente omosessuali.
Un paio d’anni dopo, la repressione contro i gay si rese ancora più feroce: il ministro Himmler prese pubblicamente posizione contro il pericolo che l’omosessualità rappresentava per la razza. Nacque addirittura il Dipartimento di Sicurezza Federale contro l’aborto e l’omosessualità. I treni si riempivano intanto sempre più spesso di deportati omosessuali.
Nel 1937 Himmler, in un incontro tenutosi fra lui e i comandanti delle SS, dichiarò che eliminare gli omosessuali era diventato necessario.
Anche all’interno delle forze armate tedesche venne fatta pulizia in profondità e chi veniva considerato gay aveva un solo modo per salvarsi la vita: accettare la castrazione e partire verso i fronti più pericolosi.
In Italia per fortuna il quadro era diverso: dal 1936 le autorità fasciste punirono la “devianza sessuale” con il semplice confino.

In tempi di revisionismo storico feroce, oggi alcuni starnazzano stupidaggini sostenendo che gli omosessuali non furono mai deportati in base al loro orientamento sessuale, ma questo viene sistematicamente smentito dai fatti.
Piaccia o no, secondo i dati rinvenuti negli archivi di diversi lager, presso i tribunali e gli uffici di polizia, risulta che nel 1943 i campi di concentramento avevano già ospitato 46.436 persone omosessuali e gli storici più possibilisti si spingono fino a una valutazione complessiva che arriva a 250.000 deportati.
Per questa ragione Irène Michine, rappresentante della francese Federazione nazionale dei deportati e degli internati resistenti e patrioti sostiene che si deve insistere perché anche gli omosessuali vengano universalmente considerati vittime a pieno titolo della deportazione, ed auspica fra l’altro che anche ai gay vengano dedicati monumenti commemorativi.
Dall’altra parte della barricata siede invece Pierre Edues che dalle colonne della rivista “Illico” all’inizio del 2002 dichiarava: “Non c’è stata nessuna deportazione omosessuale. Ho letto il rapporto della Fondazione per la memoria della deportazione i cui dirigenti non sono ex deportati. Sono stato in diversi campi e non ho mai visto dei triangoli rosa. Quelli che manifestano oggi per loro non sono i loro figli: i gay non hanno figli”.
È triste pensare che esista ancora gente col tempo e la voglia di negare un fatto storico inconfutabile. È patetico notare che gli argomenti che usa sono poverissimi e privi di qualunque interesse. Si annoti, signor Edues, che la memoria non è qualcosa che si passa necessaria-mente di padre in figlio; non ha niente a che vedere con la genetica.
Un piccolo popolo di persone silenziose e miti si è spento in decine di campi di sterminio. Non per cause religiose, non per ragioni razziali e nemmeno per motivi legati al proprio credo politico.
Di questo sterminio quasi non resta memoria. Una targa di marmo rosa, piccola, discreta e giusta, che commemora le vittime gay della violenza nazista nel campo di concentramento di Dachau, ha atteso più di vent’anni prima di ottenere la necessaria autorizzazione.
Ad Amsterdam si trova un monumento più celebre, il grande ”Homomonument” che attrae turisti gay da tutto il mondo.
Anche in Italia esiste un monumento alla memoria delle vittime omosessuali sotto il nazismo: si trova a Bologna presso la Piazza di Porta Saragozza (per terra, nei giardini al lato del celebre “Cassero”: http://www.cassero.it/show.php?248).

Oggi quello che resta agli omosessuali italiani per non perdere la memoria è quella lapide discreta di Bologna, qualche raro libro e un triangolo rosa che anche quando serve per indicare una discoteca, un club o una rivista, ha dietro alle spalle la storia che gli appartiene.

(da Pride di Gennaio 2003)

* * *

DUE LIBRI INDISPENSABILI:

Massimo Consoli
HOMOCAUST
Il nazismo e la persecuzione degli omosessuali
Pagg. 280 – € 20,66

Una delle pagine più atroci e sottaciute della ne- fasta storia del nazismo è quella relativa alla persecuzione degli omosessuali. Homocaust scrive questa pagina, attraverso una puntuale rico- struzione delle fasi storiche che portarono il pregiudizio antiomosessuale a divenire uno dei capisaldi dell’ideologia nazista. A partire dalle stesse implicazioni omosessuali che in Germania caratterizzarono l’avvento al potere del Partito nazista, e che segnarono sullo sfondo il tragico divenire del Terzo Reich, fino allo sterminio di centinaia di migliaia di “Triangolo Rosa” nei lager hitleriani. Illustrato con foto b/n e a colori.

Circolo Pink (a cura)
LE RAGIONI DI UN SILENZIO
La persecuzione degli omosessuali durante il nazismo e il fascismo
pp. 156, Euro 13,50

Il regime nazista deportò oltre 10.000 "triangoli rosa" nei lager, ma la stima del loro numero é destinata a crescere, grazie alla rottura del silenzio sulla sorte dei gay e delle lesbiche nell' Europa nazifascista, come spiegano gli storici italiani e tedeschi nel libro a cura del Circolo Pink di Verona.




cartolina dal campo





senza dubbio 1+1= zero.

AnNUS Horribilis


Yina Mohammad, una autorevole esponente di un'associazione per i diritti civili in Iraq ha diffuso una denuncia di cui si stanno occupando
i più importanti canali televisivi di informazione del mondo, dalla BBC a Al Arabya. «I miliziani islamici - ha detto l'attivista - incollano
l'ano dei ragazzi gay con quella che loro chiamano "gomma iraniana"». Si tratta di una colla molto potente che se applicata sulla pelle può essere
rimossa solo con un intervento chirurgico. Dopo aver incollato lo sfintere, poi, fanno ingurgitare ai prigionieri un lassativo molto potente in grado
di causare diarrea. Il marchingegno è mortale.
Nell'inchiesta dell'emittente saudita Al Arabya si parla di "liste nere" con nomi di omossessuali appese sui muri di Sadr City, il grande subborgo
sciita di Baghdad, con in evidenza la scritta "cagne sarete giustiziati".
Quel che è peggio, ha spiegato Mohammad, è che un video con le modalità di impiego della colla e del lassativo sta circolando su tutti i cellulari
della popolazione irachena in modo che chiunque si trovi davanti ad un omosessuale sapia come ucciderlo nel modo più efficace.
Nelle ultime tre settimane un'azione repressiva tra le più cruente mai realizzate nel paese ha preso di mira gli omosessuali iracheni sulla base di un
decreto religioso che autorizza la morte con la famosa colla iraniana. A decine avrebbero perso la vita con questo meccanismo e la catena di omicidi
sembra non arrestarsi: «altri sette cadaveri di ragazzi gay sono stati lasciati davanti all'obitorio di Baghdad» dice un medico, ed è solo l'ultimo
macabro bottino dalla caccia al "diverso" scatenata da milizie islamiche armate benedette da imam sciiti e sunniti.

Contare sull'aiuto della polizia locale? Non se ne parla. La BBC ha diffuso un video in cui si vede un ragazzo di appena 12 anni vestito da donna.
Un poliziotto gli chiede il motivo di questo suo abbigliamento brandendo un bastone davanti alla sua faccia e lui spiega che la famiglia lo costringe
perché è l'unico modo di fare soldi. Altri due poliziotti si filmano con un cellulare mentre deridono un transgendere ad un posto di blocco: le immagini
mostrano i due ufficiali mentre tentano di togliere al ragazzo le protesi del finto seno tra l'ilarità generale.

L'unico modo per un gay di sopravvivere in Iraq è di stare nascosto. Nella paura di essere prima o poi "incollato".

C'è chi parla e c'è chi muore in nome di un dio che mai si fa sentire


CITTA' DEL VATICANO - E' scontro tra Onu e Vaticano. La Santa Sede boccia, con decisione, il progetto di una depenalizzazione universale dell'omosessualità. Un' iniziativa presa dalla presidenza di turno francese dell'Unione europea, e accolta da tutti i 27 Paesi della Ue. Immediato il "no" della Santa Sede: "Gli stati che non riconoscono l'unione tra persone dello stesso sesso come 'matrimonio' - dice monsignor Celestino migliore - verranno messi alla gogna e fatti oggetto di pressioni". Affermazioni che scatenano una serie di reazioni polemiche che, in serata, provocano una nuova presa di posizione del Vaticano. Che, però, nella sostanza è tutt'altro che una retromarcia. "Nessuno vuole difendere la pena di morte per gli omosessuali", afferma padre Federico Lombardi che ricorda come altri 150 paesi non abbiano aderito alla proposta - ma la proposta cerca di 'introdurre una dichiarazione di valore politico che si puo' riflettere in meccanismi di controllo in forza dei quali ogni norma che non ponga esattamente sullo stesso piano ogni orientamento sessuale, puo' venire considerata contraria al rispetto dei diritti dell'uomo''. In pratica il rischio paventato è che gli Stati che non riconoscono le unioni gay vengano "mesi alla gogna".

Toni non dissimili da quelli usati da monsignor Migliore che parla di "una dichiarazione di valore politico" che aggiunge "nuove categorie protette dalla discriminazione senza tener conto che, se adottate, esse creeranno nuove e implacabili discriminazioni".

Durissima la replica dell'associazione Arcigay: "È di una gravità inaudita che il Vaticano, e quindi, la Chiesa cattolica tutta, si adoperi affinché questa richiesta non passi e, si prefigura come un vero e proprio atto di condanna a morte contro i milioni di gay e di lesbiche che hanno la sfortuna di abitare in paesi sanguinari".

L'Arcigay ricorda che in decine di
Paesi del mondo sono previste sanzioni, torture, pene e persino l'esecuzione capitale contro le persone omosessuali. "La scusa per cui la richiesta francese non dovrebbe passare perché da quel momento gli stati che non riconoscono le unioni gay sarebbero messi all'indice, - conclude l'Arcigay - non solo non ha alcun senso, ma è una studiata e cinica bugia per nascondere ciò che realmente il Vaticano vuole: mantenere la pena di morte e il carcere per le persone omosessuali".

I

fosse (e) comuni

Veneto delle barriere, sindaco di Spresiano e il fosso anti-gay. “Il filo spinato costava troppo”

Riccardo Missiato, eletto nel marzo scorso, ha bloccato in questa maniera l'isola sul Piave dove avvengono gli incontri tra omosessuali

Veneto, regione di muri e barriere. Sì, perché dopo la contestata staccionata di via Anelli a Padova, ora arriva il fossato di Spresiano, un paese nei pressi di Treviso. L’idea è del sindacoRiccardo Missiato (lista civica appoggiato da una maggioranza di destra e di sinistra) che ha pensato di scavare un bel fossato lungo il Piave per evitare l’accesso ai litorali di motorini e macchine di omosessuali. Il fossato impedisce di sostare proprio nella zona in cui i gay usano andare per i propri incontri proibiti.

Il rapporto tra il primo cittadino e la comunità gay è da sempre piuttosto burrascoso. A luglio, pochi mesi dopo essere stato eletto, disse: “Via i gay dal Piave, sono malati e deviati dobbiamo scoprire dove sono e identificarli, e se sono clandestini devono venir espulsi”. Frase poi smentita.

Riccardo Missiato, classe 1950, sul Piave c’è nato. Con un titolo di studio da geometra e un passato democristiano, l’amministratore tecnico commerciale di strada ne ha fatta tanta. Sino a diventare primo cittadino con una lista civica, forte di 2.486 voti. Punti fondamentali della sua azione politica sono: qualità della vita, sicurezza e decoro. Parole cui sembra dare singolari interpretazioni.

Vinte le elezioni nel marzo 2010, infatti, la giunta individua come primo “problema” gli omosessuali e le prostitute che amoreggiano sul Fiume Sacro della Patria. Da qui la frase contestata sul fatto che l’omosessualità sia una malattia. Non è finita. Perché ai primi di agosto scatta l’operazione “Estate sicura”. Tradotto: utilizzare la polizia municipale come pattuglie per controllare le coppie gay. Infine il fosso: 80 cm di larghezza per 60 di profondità lungo il fiume tra Lovadina e Palanzon, per dire basta alle effusioni proibite.

Così, mentre nel resto d’Europa gli omosessuali acquisiscono nuovi diritti (primo fra tutti il riconoscimento delle nozze tra persone dello stesso sesso, persino nel cattolicissimo Portogallo), nel nostro Paese si assiste a fenomeni di altra tendenza. I gay, sulle pagine nazionali dei giornali ci vanno in occasione di “bonifiche” di spiagge (dove se due uomini se si baciano, disturbano e vanno cacciati) o nei casi di curiose politiche per il decoro urbano. Come nel caso di Spresiano e del suo sindaco anti-gay, che afferma: “Filo spinato e palizzata costavano troppo, così ecco l’intervento “ecologico”, con una ruspa a scavare una scolina per impedire l’accesso alle macchine”.

Il primo cittadino non sembra avere alcun dubbio sulla bontà del suo operato. Dalla sua parte ci sarebbe la stragrande maggioranza degli abitanti di Spresiano. Le ragioni di tanta sicurezza si basano su una posizione molto semplice: gli omosessuali “sono malati” e come spiegava qualche giorno fa Missiato “semplicemente non possono andare sul Piave e occupare uno spazio che è di tutti, dobbiamo rispettare la gente che vive nel suo territorio”. Quella del fosso non sarà, quindi, l’ultima iniziativa. La giunta ha già annunciato di essere pronta per una nuova ordinanza che permetta di multare con 500 euro i gay sorpresi ad amoreggiare.